Il presente studio è in corso di pubblicazione su un volume a cura di P. Mazzotta e L. Salmon sulla formazione dei mediatori linguistici.
Copyright © Gianfranco Porcelli 2006.
Corpora e glossari elettronici nella didattica della traduzione
Gianfranco Porcelli
Università di Pavia
Prendo le mosse dallo schema di Holmes (1988) sulla traduttologia, rielaborato da Rita Ulrych (1999:53)
con l’obiettivo di esaminare in quali degli snodi dello schema assume rilievo la disponibilità delle tecnologie informatiche a fini didattici.
La didattica della traduzione, come ogni didattica, è all’intersezione di tre sfere coessenziali, che in ambito glottodidattico si suole identificare come pedagogica, psicologica e linguistica. Nel caso specifico, la prima sfera ci impone di definire il quadro operativo in cui si colloca l’intervento didattico: in quali condizioni opera il traduttore di ambito microlinguistico? Con quali fini e con quali strumenti? Nel caso qui preso in esame proprio la strumentazione elettronica accentra su di sé l’attenzione.
La dimensione psicologica richiama l’esigenza di conoscere l’allievo e i suoi bisogni; qui possiamo solo ipotizzare un allievo-tipo inserito in corsi di quella che da qualche tempo si usa chiamare "Mediazione linguistica". Nella didassi reale sarà necessario individuare caso per caso quale tipo di traduttore l’allievo dovrà essere e calcolare in base a ciò le sue esigenze di apprendimento. Per ciò che riguarda la sfera linguistica, ci troviamo nell’ambito delle Lingue per scopi specifici/speciali o microlingue. Non entrerò nei dettagli della discussione sulla specifica natura delle microlingue, assumendo come noti i principali studi in materia (in Italia: Gotti 1991, 1992, Balboni 2000; Porcelli G. 1998) e scegliendo microlingua come puro termine di comodo, l’unico da cui deriva un aggettivo, microlinguistico. Mi limiterò a richiamare alcuni punti che ritengo rilevanti per l’argomento che sto trattando.
L’ordine in cui svilupperò l’argomento è inverso rispetto a quello appena enunciato: risalirò da alcuni tratti che caratterizzano le microlingue per giungere a indicare come meglio si possa insegnare a usare alcuni nuovi "ferri del mestiere".
Livelli di microlingua
Richiamo brevemente il fatto che i testi microlinguistici sono di diverso livello e natura. Faccio abitualmente riferimento a una tipologia che individua quattro tipi di testi, due dei quali sono rivolti a un pubblico di non specialisti e due a un pubblico di esperti del settore. Il primo tipo, "descrizione generica" è quello della divulgazione di argomenti specialistici verso un pubblico indifferenziato; è per lo più lingua dell’uso comune che a volte introduce lessico nuovo dandone una definizione ma soprattutto chiarendo i concetti ai quali rinviano i termini man mano introdotti. Di questo livello non dirò altro perché dal punto di vista traduttivo non sono sostanzialmente testi diversi da quelli appartenenti alla cosiddetta "lingua comune". Sotto il profilo didattico si usano spesso testi di questo tipo come avviamento allo studio delle e sulle microlingue, ma raramente essi presentano particolari problemi di traduzione.
Il secondo livello, della "descrizione selettiva" si distingue dal precedente perché si rivolge a destinatari scelti e non al pubblico generico. I testi di questo gruppo appartengono principalmente a due sotto-tipi: gli articoli su riviste settoriali, reperibili nelle edicole ma rivolte a un pubblico selezionato di appassionati della materia, e i manuali didattici, rivolti a studenti che vengono guidati da un’insegnante nella comprensione dell’argomento e della lingua in cui esso viene svolto. Dico lingua e non semplicemente termini per sottolineare che già a questo livello si avverte la necessità di tenere conto di come si organizza il discorso sotto il profilo dell’impianto testuale, dei rapporti tra testo scritto e rappresentazioni non verbali (fotografie, disegni, ecc.), con particolare e specifica attenzione alle realtà intermedie tra il "puro" testo e la "pura" icona: i grafi, gli organigrammi, le tabelle, gli schemi di vario tipo. Queste "realtà intermedie" impongono che si comprenda il valore dei tratti simboloidi (frecce, linee, riquadri, ecc.) associati alle parole, o meglio che si comprendano le intenzioni comunicative derivanti dall’associazione di testo e grafica – come sempre in lingua (e qui torniamo a Jakobson, 1966) il tutto è di più della somma delle parti. I tratti simboloidi, in virtù della loro componente iconica, sono spesso comuni alle diverse lingue e culture, quando non addirittura codificati da norme e standard internazionali per alcuni settori; tuttavia "spesso" non è "sempre" e la vigilanza è ancor più che opportuna, indispensabile.
I testi che si rivolgono a specialisti del settore vengono spesso distinti in base al tipo di linguaggio usato. Vi sono discipline che fanno ricorso intensivo a notazioni formali, spesso di tipo matematico (la matematica stessa, ovviamente, la statistica, alcuni approcci quantitativi all’economia, ecc.) o comunque altamente simbolico, come la fisica, la chimica e altre. In molti dei testi che raggiungono questo livello di formalizzazione, al linguaggio verbale comune è riservata spesso una funzione di mera connessione, di transizione da una notazione simbolica alla successiva. Sono testi che ci interessano poco in questa sede perché raramente vengono tradotti, e se ciò avviene di solito se ne occupano persone con una preparazione scientifica specifica e non traduttori provenienti da una formazione linguistica.
Più importanti per noi sono i testi di tutte le altre materie, dalle scienze naturali a quelle dell’educazione, dal diritto alla filosofia, dalla storia alla geografia. Essi si caratterizzano per una specificità del discorso – col richiamo rigoroso all’impianto epistemologico della disciplina in questione – e per una terminologia spesso mutuata dalla lingua comune, attraverso definizioni stipulative. Da ciò deriva il grande interesse per i processi definitori, quelli attraverso cui una parola diventa un termine; per quanto riguarda i modi del definire rinvio a un mio lavoro (Porcelli G. 2004b) e alla bibliografia ivi contenuta. Per questo livello Freddi (1979) ha proposto il termine di formulazione: ineccepibile nel senso che ogni termine è comunque convenzionale, si presta a equivoci e richiede attenzione perché là dove ci si serve di formule (fisica, chimica, matematica, ecc.) siamo dell’ambito dei linguaggi formali, ossia della formalizzazione, e non della formulazione.
La "falsa trasparenza" delle parole-termine è uno dei problemi più significativi per il traduttore a livello di descrizione selettiva e di formulazione e di conseguenza è uno dei principali problemi da affrontare parlando di didattica della traduzione. Il punto di partenza è la sensibilizzazione a questo problema, la cui portata può sfuggire già nella lingua materna.. Occorre invece che si abbia ben presente che in un testo di pedagogia, ad esempio, educazione, istruzione, formazione, insegnamento, scolarità, didattica, didassi, addestramento e altri ancora non sono sinonimi ma rinviano ad aspetti diversi dell’universo di discorso pedagogico, oppure a modi diversi di concepire determinati processi o fatti alla luce di posizioni divergenti in filosofia dell’educazione.
La deriva dell'italiano
Un problema che sarebbe bello poter ignorare è quello dell’aggiunta di parole straniere a settori già ricchi di terminologia o, peggio, della distorsione del significato originale del termine italiano per calco da una lingua straniera ritenuta prestigiosa – oggi soprattutto l'inglese. Proseguendo nell’esempio dato, a pedagogia (e, in certi contesti, istruzione) corrisponde l'inglese education, mentre pedagogy è più vicino al significato di didattica: alle nostre espressioni Facoltà di Pedagogia e Ministero dell’Istruzione corrispondono Faculty of Education e Ministry of Education, mentre la didattica delle lingue è spesso detta language pedagogy. Per il fenomeno sopra accennato, oggi si sente parlare spesso di pedagogia delle lingue e di Facoltà di Educazione.
La lingua italiana ha sempre tenuto opportunamente distinte la dirigenza di un’azienda (ossia il gruppo di persone che ne sono al vertice) dalle attività di gestione o conduzione dell’azienda stessa. Ora sempre più spesso i due concetti vengono confusi riassorbendoli nell’inglese management, fortemente ambiguo e bisognoso di un co-testo adeguato per consentire la scelta tra i due significati. E basti un rapido cenno ai "prestiti di lusso" (Frank 1989) come development, che non aggiunge nulla a sviluppo se non, spesso, la cattiva figura di chi lo pronuncia con l’accento sulla terza sillaba.
Tutto ciò è scontato in analisi linguistica e negli studi specialistici (Altenberg & Granger 2002, Salmon 2003, Taylor Torsello et. al. 2001, Tognini-Bonelli 2001, Ulrych 1999) ma in didattica assume un valore sempre maggiore la consapevolezza della natura dell’oggetto, come esito di riflessione approfondita e non come semplice conoscenza. Il problema dell'italiano – inteso come capacità di riprodurre in buona lingua italiana ciò che il traduttore o interprete ha recepito in lingua straniera – è sul tappeto da molto tempo. Ciò che un uso accorto delle tecnologie recenti può dare è un aiuto in tale direzione ma anche qualcosa di più, ossia un aiuto a scoprire che cosa si cela sotto la superficie e di conseguenza un invito ad approfondire e prendere consapevolezza di ciò che una lingua realmente è, e non di ciò che comunemente si pensa che sia. Mi propongo di esaminare come ciò possa in concreto realizzarsi.
Le tecnologie informatiche al servizio del traduttore
Sono bastati pochi anni perché la dicitura "uso (al singolare) del computer nella didattica delle lingue moderne" divenisse del tutto obsoleta, imponendoci di parlare di "usi" al plurale. Già dal titolo ho tenuto distinti i corpora dai glossari, ma il panorama completo è ben più vasto, anche se qui mi limito a questo rapidissimo cenno alla molteplicità e varietà dei rapporti tra lingue e computer. Per altri aspetti rinvio, in prospettiva glottodidattica, a Porcelli-Dolci (1999); su tutt’altro versante tralascio la questione della traduzione automatica o machine translation, distinta dalla traduzione assistita (machine-aided translation). Qui non importa disquisire su che cosa la macchina sa fare o saprà forse fare in futuro, e come, ma importa vedere come il traduttore umano apprendista possa essere aiutato ad impadronirsi della professione. Dò anche per acquisita un’ottima padronanza dei sistemi più evoluti di videoscrittura, un’abilità ormai indispensabile a chi professionalmente redige testi.
Che molte cose si possano imparare vedendole fare agli altri è un dato tanto noto quanto trascurato. Chi si mette al volante per la prima lezione di guida di solito ha già una sufficiente nozione di come ci si comporta nel traffico stradale e di che cosa significano i principali segnali. Lo stesso si può dire per gli apprendimenti più disparati, da come si risolve un cruciverba a come si consulta una carta geografica o la pianta di una città. Oggi chi traduce per esercitarsi può spesso confrontare il proprio "prodotto" con una o più traduzioni professionali reperibili on-line. In attesa di un responso da parte di un docente, il confronto con le "buone pratiche" è utile e spesso illuminante – soprattutto quando il confronto tra due o più versioni consente di scoprire errori o cadute di stile anche in lavori di buon livello.
Il limite principale è costituito dal tipo di testi letterari e scientifici disponibili on-line, e dalla loro datazione, per il rispetto delle norme sul diritto d’autore. Quasi illimitata, invece, e comunque amplissima, è la disponibilità di siti web plurilingui. Qui il discorso si complica e si arricchisce al tempo stesso, perché le strategie di resa linguistica si intersecano con quelle di efficacia comunicativa a spettro più ampio. L’organizzazione della pagina web, l’uso di stili particolari di caratteri, il colore, le immagini e le icone concorrono alla composizione di un messaggio complesso, la cui analisi non può limitarsi al livello linguistico in senso stretto ma deve aprirsi a un orizzonte semiotico.
Rimanendo nell’ambito dei testi scritti, da tempo si è sviluppato un duplice filone: la raccolta di corpora di traduzioni o paralleli e quella di corpora comparabili. I primi raccolgono la versione originale e una o più traduzioni professionali di un adeguato numero di testi, e si prestano a un approccio basato sulle "buone pratiche". Dice Sinclair (1996:174 in Tognini-Bonelli 2001:133): "they can be seen as large repositories of the decisions of professional translators, supplied with the evidence they had for those decisions". In quanto testi completi, infatti, si differenziano dalle raccolte di buoni esempi (e/o di cattivi esempi da non imitare) che si trovano nei manuali per traduttori.
I corpora comparabili servono come materiale per l’indagine interlinguistica, soprattutto a livello lessicale ma in qualche caso anche a livello sintattico. Essi raccolgono testi in due (raramente più di due) lingue, testi indipendenti ma appartenenti allo stesso genere letterario o allo stesso livello e argomento di microlingua – in breve, individuati sulla base di caratteristiche testuali comuni ben definite. A differenza dei primi non c’è una rintracciabilità diretta delle corrispondenze tra testi ma la possibilità di esplorazione in parallelo di ambiti corrispondenti.
La linguistica della parole e i nuovi dizionari
Lo schema di Holmes-Ulrych dà rilievo ai sussidi per la traduzione, tra cui quelli lessicografici e terminologici. Dall’inizio dei grandi progetti per la lingua inglese come il British National Corpus (BNC) e il COBUILD /Bank of English, si è consolidata la consapevolezza che la lessicologia e la lessicografia odierne o sono basate su grandi banche di dati linguistici o semplicemente non sono. Non perché le intuizioni dei parlanti sulla propria lingua possano essere ignorate, ma perché ci sono ampie documentazioni sul fatto che esse sono in parte errate e spesso insufficienti. Una delle principali difformità riguarda la percezione della frequenza delle diverse accezioni di un vocabolo. Già nel 1984 Sinclair aveva individuato che l’inglese "sole" è usato soprattutto come aggettivo, secondariamente come sostantivo riferito alla pianta del piede o alla suola delle scarpe (o delle calze) e solo in percentuale molto bassa come sostantivo riferito alla sogliola.
All’obiezione di un collega francese, che insinuava che nel corpus non ci fossero abbastanza menu e libri di cucina, Sinclair reagì seccamente, affermando l’estrema cura con cui erano stati scelti i testi immessi nel database. Quell’obiezione, che intendeva solo essere una battuta, esplicitava comunque un dato assai rilevante, ossia che molto dipende dalla scelta del corpus. Lo vediamo con un esempio.
Quella che segue è la concordanza dell'inglese solution in una raccolta di testi di argomenti vari, non specialistici
The following is a brave attempt at a solution, but it failed to liquify: |
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e program and corrected, or for which a solution has been found anyway. The word |
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s. One criterion for judging whether a solution is satisfactory (point 4) can b |
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can kill plants. Water the soil with a solution of Diazonin at spray strength. |
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a workaround is a colloquial word for a solution that circumvents a problem. So |
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ans whereby, and the extent to which a solution was possible; results attributa |
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s of the unrealistic when it suggests a solution which is neither practical nor |
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as might be necessary for its adequate solution. The third, to conduct my th |
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cial warrant to begin - is a compromise solution to a long debate about the civi |
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books, two is most probably the correct solution. In other instances like I'll h |
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l pupil who should furnish the correct solution of it. Twenty-two of the brigh |
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up of the two clubs would be the ideal solution for us (the Maltese community) |
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een seen in soccer circles as the ideal solution for one stronger club. But int |
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e national agency idea was not an ideal solution, it would probably prove an acc |
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etermining one. This paradox allows its solution to be somehow perceived, provid |
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nd hence run over is enormous. The only solution appeared to be to take a vehicl |
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ood but sometimes faulty. The opposite solution is found in file no. 6, that pr |
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or find instead of look for); the other solution is to spell the phrasal verb (a |
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d with a view and a hope of a peaceful solution of the national troubles and th |
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her negotiators could find a political solution to the conflict, but her readin |
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, we may see in this theory a probable solution of the mystery. Between Ssu- |
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seem to think it a highly rationalistic solution to deny the cat. In th |
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clusively by public funds is a sensible solution. The BBC model, free of adverti |
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s's explanation? "Perhaps the simplest solution of the problem is to accept the |
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oom. Now one firm has come up with the solution and has offered Parliament a fr |
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its corporate head and came up with the solution. It used them as walls for one |
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thematical difficulties, or even in the solution likewise of some questions bel |
|
desire in addition to find in him the solution of many difficulties of which h |
|
to the employment of the method in the solution of mathematical difficulties, |
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t but even as regards questions of the solution of which I continued ignorant, |
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ble paths that can be taken towards the solution. To demonstrate this, I looked |
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were literally "frequently asked") the solution was found in providing an easil |
|
s accepted without question. The usual solution is to throw more money at the p |
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ort to find the basis for a non-violent solution. B21c The Sun-Herald - |
Qui solution è usato sempre nel senso di via d’uscita da una difficoltà o risposta valida a un problema o un quesito. Osserviamo ora la seguente concordanza, basata su una raccolta di testi di biologia:
1 |
idal). There are a few exceptions. A 1% solution of silver nitrate is often add |
2 |
on one side of the membrane there is a solution and on the other side another s |
3 |
r at atmospheric pressure as zero. In a solution at atmospheric pressure, water |
4 |
h this convention, water potential of a solution at atmospheric pressure is stil |
5 |
The following is a brave attempt at a solution, but it failed to liquify: |
6 |
at equilibrium, osmotic potential of a solution can be measured directly. Many |
7 |
e program and corrected, or for which a solution has been found anyway. The word |
8 |
ntial from the molal concentration of a solution. He plotted osmotic potentials |
9 |
temperature. The osmotic potential of a solution is negative because the solvent |
10 |
s. One criterion for judging whether a solution is satisfactory (point 4) can b |
11 |
can kill plants. Water the soil with a solution of Diazonin at spray strength. |
12 |
naturation or melting (Figure 1.12a). A solution of double helical DNA is readil |
13 |
water on one side of the membrane and a solution on the other side (typically in |
14 |
ed solution. If diffusion occurs into a solution that is not confined, it will c |
15 |
a workaround is a colloquial word for a solution that circumvents a problem. So |
16 |
+ 273 If C, i, and T are known for a solution, then osmotic potential (psis) |
17 |
ut this discovery because it provided a solution to the discrepancy between (a) |
18 |
ble), water potential is positive. In a solution under some pressure other than |
19 |
ans whereby, and the extent to which a solution was possible; results attributa |
20 |
s of the unrealistic when it suggests a solution which is neither practical nor |
21 |
as might be necessary for its adequate solution. The third, to conduct my th |
22 |
f the leaf is painted with an alcoholic solution of mercuric chloride, which k |
23 |
solution and on the other side another solution of different concentration, osm |
24 |
Mueller-Hinton agar medium, antibiotic solution, interior of a biological safe |
25 |
bcutaneous injections. Drugs in aqueous solution are usually absorbed fairly rap |
26 |
o, so the water potential of an aqueous solution at atmospheric pressure will be |
27 |
etic acid (IAA)in lanolin or in aqueous solution was applied to the cut stump of |
28 |
able in the same way as DNA. In aqueous solution, with moderate concentration of |
29 |
at can only be described as a brilliant solution. This was to fashion an adaptor |
30 |
er or alcohol before use. A 2% buffered solution of glutaraldehyde is an effec |
31 |
o the lower water potential in the cell solution; that is, water will diffuse "d |
32 |
a small drop of the equivalent colored solution is added to the test tube. If t |
33 |
concentration. Total psis for a complex solution such as cell sap is the sum of |
34 |
cial warrant to begin - is a compromise solution to a long debate about the civi |
35 |
ll continue until the more concentrated solution has been diluted to the point a |
36 |
al equals that of the less concentrated solution. If diffusion occurs into a sol |
37 |
the sugar in the form of a concentrated solution known as honeydew. This honey |
38 |
y seen when a sufficiently concentrated solution of either chlorophyll a or b or |
39 |
ells, which contain a more concentrated solution, psis, is quite negative; water |
40 |
ccur (Fig. 3-2b). The more concentrated solution will have the lower (more negat |
41 |
cooler water would produce in a cooler solution. Because the thermodynamic e |
42 |
books, two is most probably the correct solution. In other instances like I'll h |
43 |
l pupil who should furnish the correct solution of it. Twenty-two of the brigh |
44 |
ntial (osmolality) of an unknown dilute solution can be estimated from its freez |
45 |
e. If they are transferred to a dilute solution, they will lyse due to uncont |
46 |
.g., by rapid stirring or forcing a DNA solution through a small orifice), fragm |
47 |
, 2% or more iodine in a water-ethanol solution of potassium iodide. Although |
48 |
s also contains a watery, enzyme-filled solution known as nucleoplasm in which c |
49 |
smotic potential of a 1.0 molal glucose solution at 28°C (or the water potential |
50 |
mple solutions. For a 1.0 molal glucose solution at 30°C, psis = -(1.0 mol/kg |
51 |
1.0 molal sugar (for example, glucose) solution at 28°C has an osmotic potentia |
52 |
amples of tissue are placed in a graded-solution series of known osmotic potenti |
53 |
up of the two clubs would be the ideal solution for us (the Maltese community) |
54 |
een seen in soccer circles as the ideal solution for one stronger club. But int |
55 |
e national agency idea was not an ideal solution, it would probably prove an acc |
56 |
rmations or three-dimensional shapes in solution. Almost invariably, the biologi |
57 |
o be tasted, it needs to be present in solution and it has to pass through the |
58 |
tes, organic acids, alkaloids, etc., in solution, and also various dispersed par |
59 |
iation (renaturation) of DNA strands in solution are, in fact, artificial reenac |
60 |
nisms. The control of C3b levels In solution, the C3bBb convertase is unstab |
61 |
meter causes no significant increase in solution volume. A nearly perfect osmome |
62 |
t of glycogen, staining with an iodine solution will turn them reddish-brown. G |
63 |
ncubated with penicillin in an isotonic solution, gram-positive bacteria are co |
64 |
etermining one. This paradox allows its solution to be somehow perceived, provid |
65 |
osmotic pressure developed by a 1 molal solution of nonionizing solute at 0°C in |
66 |
he water in the tube. For the 1.0 molal solution, this pressure in a perfect osm |
67 |
ent from 1.0, consider a 1.0 molal NaCl solution at 20°C. Sodium chloride ionize |
68 |
osmotic potential of a molal nonionized solution at O°C is ideally - 2.27 MPa. I |
69 |
oorly soluble and crystallizes out of solution above a concentration of 20%. T |
70 |
change can be plotted as a function of solution concentration, which indicates |
71 |
sures on the walls of an open beaker of solution or an ordinary osmometer at equ |
72 |
ometer, is 2.5 kJ kg-1 or 45 J mol-1 of solution (see Equation 3.2 below). |
73 |
nd hence run over is enormous. The only solution appeared to be to take a vehicl |
74 |
ding to convention, pressure in an open solution at atmospheric pressure is said |
75 |
ood but sometimes faulty. The opposite solution is found in file no. 6, that pr |
76 |
tive) water potential than the original solution. If the drop sinks, the solutio |
77 |
or find instead of look for); the other solution is to spell the phrasal verb (a |
78 |
ter will diffuse into it from the other solution until its pressure builds up, i |
79 |
microorganisms will provide a partial solution to the problem of plastic was |
80 |
d with a view and a hope of a peaceful solution of the national troubles and th |
81 |
her negotiators could find a political solution to the conflict, but her readin |
82 |
, we may see in this theory a probable solution of the mystery. Between Ssu- |
83 |
seem to think it a highly rationalistic solution to deny the cat. In th |
84 |
8°C (or the water potential of the same solution at atmospheric pressure) can be |
85 |
2.518 MPa (at 30°C = 303 K) The same solution at 0°C, psis = -(l.0 molal) |
86 |
nkage or decrease in volume, so the sap solution inside the protoplasts has beco |
87 |
clusively by public funds is a sensible solution. The BBC model, free of adverti |
88 |
s's explanation? "Perhaps the simplest solution of the problem is to accept the |
89 |
only slightly negative because the soil solution is dilute, so psi is also only |
90 |
entrifugation (figure 16.7). A sucrose solution is poured into a centrifuge tub |
91 |
that these vesicles may contain a sugar solution and secrete it by fusion with t |
92 |
ectaries secreting a concentrated sugar solution may consist only, or predomin |
93 |
uilibrium with some outside surrounding solution at atmospheric pressure (delta |
94 |
he osmotic potential of the surrounding solution. The problem with such a measur |
95 |
ause solutes are absorbed from the test solution by the tissue samples. In 19 |
96 |
t measure the concentration of the test solution. If it becomes less concentrate |
97 |
simple, efficient way to find the test solution in which no change in concentra |
98 |
the tissue. The object is to find that solution in which the tissue volume does |
99 |
are disrupted by raising the pH of the solution. A variety of factors (such as |
100 |
rk (and thus the water potential of the solution) also increases. The work is |
101 |
oom. Now one firm has come up with the solution and has offered Parliament a fr |
102 |
tissue was and is equal to that of the solution. At atmospheric pressure, when |
103 |
sure and at the same temperature as the solution being considered is set equal t |
104 |
gative because the solvent water in the solution can do less work than pure wate |
105 |
sting channels of small diameter. The solution containing microorganisms is |
106 |
ccurred, and the water potential of the solution equals that of the tissue. When |
107 |
c potential C = concentration of the solution expressed as molality (moles of |
108 |
he fact that the water potential of the solution has a negative sign. The ene |
109 |
iginal solution. If the drop sinks, the solution has become less dense, having a |
110 |
they have come to equilibrium with the solution. If this is true for the tis |
111 |
build up hydrostatically by raising the solution in the tube against gravity, bu |
112 |
em not influenced by the matrix, so the solution in this part is more concentrat |
113 |
rmed by movement of pure water into the solution. In an osmometer, an ideal 1.0 |
114 |
sure and at the same temperature as the solution in the osmometer, would produce |
115 |
e water comes into equilibrium with the solution in the osmometer, is 2.5 kJ kg- |
116 |
st tube. If the colored drop rises, the solution in which the tissue was incubat |
117 |
sures only, caused by the weight of the solution. Incidentally, the gas law appl |
118 |
ork than pure water. As pressure on the solution increases, the solvent's abilit |
119 |
crease until the water potential of the solution is equal to zero; that is, equa |
120 |
ter), but no passage of solute, and the solution is so strongly confined that mo |
121 |
at might clog the membrane filter. The solution is pulled or forced through the |
122 |
its corporate head and came up with the solution. It used them as walls for one |
123 |
thematical difficulties, or even in the solution likewise of some questions bel |
124 |
increases the osmotic potential in the solution (makes it less negative), so th |
125 |
desire in addition to find in him the solution of many difficulties of which h |
126 |
to the employment of the method in the solution of mathematical difficulties, |
127 |
t but even as regards questions of the solution of which I continued ignorant, |
128 |
its water potential equals that of the solution on the other side of the membra |
129 |
d be pressure on both solutions, or the solution outside the osmometer might be |
130 |
true, then the osmotic potential of the solution producing incipient plasmolysis |
131 |
t the tissue reach equilibrium with the solution. Sufficient exchange may take p |
132 |
alculate it, knowing the density of the solution) than it is to measure the amou |
133 |
rve crosses the zero line indicates the solution that had the same water potenti |
134 |
is in the pores of the membrane and the solution that is inside the osmotic syst |
135 |
wn" a water-potential gradient into the solution. The result will be a buildup o |
136 |
ing absorbed water from the tissue; the solution, then, had a lower water potent |
137 |
crease in pressure but also dilutes the solution. This increases the osmotic pot |
138 |
Transforms Immortalized Cells The solution to separating the functions of |
139 |
ble paths that can be taken towards the solution. To demonstrate this, I looked |
140 |
lume of tissue before placing it in the solution (usually standard volumes are c |
141 |
were literally "frequently asked") the solution was found in providing an easil |
142 |
er, which means that the tissue and the solution were in equilibrium to begin wi |
143 |
cell), then the water potential of the solution will be lower than that of the |
144 |
e, when P = 0, psi = psis. Psis for the solution, with its known concentration, |
145 |
f the drop diffuses evenly out into the solution without rising or sinking, then |
146 |
of water across the interface into the solution would create tension in the wat |
147 |
s accepted without question. The usual solution is to throw more money at the p |
148 |
ort to find the basis for a non-violent solution. B21c The Sun-Herald - |
149 |
e temperature. The fact that the warmer solution has a more negative osmotic pot |
150 |
al is the chemical potential of a water solution (free energy per mole) in a sys |
Si nota subito che qui solution è quasi sempre riferito allo scioglimento di una sostanza in un liquido. Si possono fare innumerevoli altre osservazioni ma mi limito a due. La prima è la frequenza molto più alta nel secondo corpus, pur essendo questo di dimensioni molto inferiori. La seconda è che ideal solution è una co-occorrenza forte nel primo corpus e concentrated solution lo è nel secondo. Queste mie osservazioni restano alla superficie o scalfiscono appena un terreno che la linguistica dei corpora ha ben più profondamente dissodato, ma dovrebbero bastare per:
Ci sono almeno due casi nei quali il mediatore interlinguistico deve affrontare testi di ampie dimensioni:
In questi casi avviene abbastanza frequentemente di accorgersi della presenza di alcune parole chiave che si fanno notare per la loro alta frequenza e/o per il loro ricorrere in punti particolarmente significativi del testo: parole che in un testo di narrativa o di teatro descrivono qualche tratto essenziale di personaggi e/o situazioni, oppure che in un testo argomentativo o scientifico-tecnico sono associate a caratteristiche salienti dei processi o dei prodotti di cui si tratta.
Le concordanze di queste parole consentono normalmente di scoprire:
Se si accerta che un vocabolo frequente nel testo di origine rinvia costantemente ad un unico significato, occorrerà resistere alla tentazione di tradurlo in modi diversi per amore della non-ripetitività. Un termine scientifico-tecnico di norma ha un solo traducente e non vi sono sinonimi accettabili; ma anche negli altri casi, in cui si individuano chiaramente delle varianti possibili, sarà bene rispettare la volontà dell’autore che ha preferito usare intensivamente una certa parola quando anche nella lingua d’origine sarebbe stato possibile il ricorso a sinonimi.
In quanto alle co-occorrenze, esse sono al tempo stesso un possibile indicatore di usi differenziati (come per ideal vs. concentrated [solution]) e un utile strumento di organizzazione del lessico. Ciò va sottolineato perché a certi livelli – e tra questi il livello presunto di chi si accosta alla mediazione linguistica – si può dare per acquisita la padronanza delle strutture morfosintattiche, mentre quello del lessico è un problema sempre aperto e avere qualche principio organizzatore è utile per superare il "caso per caso". Anche le mappe concettuali nell’analisi e nella didassi del lessico (Porcelli G. 2004a; Porcelli S. 2001) si basano sulle connessioni tra le diverse accezioni e co-occorrenze.
La scelta di solution tra i tanti possibili esempi è stata dettata dal desiderio di porre in rilievo la presenza di parole che appartengono alla lingua comune e a uno o più settori specialistici. In più ci sono alcuni aspetti interessanti. Per quanto abbiamo visto sinora, solution e soluzione seguono strade parallele sia per l’uso comune (s. di un problema) che per quello settoriale (s. in un liquido). Tuttavia il dizionario italiano registra un altro uso specialistico di soluzione, parlando di pagamenti: a rate o in un’unica soluzione? Sull’Oxford English Dictionary questo significato per solution è attestato storicamente ma è marcato come obsoleto; senza mezzi termini, questo significa che by instalments or in one solution? è una traduzione decisamente sbagliata: quand’anche fosse comprensibile nel contesto, sarebbe antiquata.
C’è poi l’espressione senza soluzione di continuità, nel senso di ininterrottamente, continuativamente. L’OED attesta solution of continuity (sia s.v. solution che s.v. continuity) come termine scientifico riferito letteralmente all’interruzione di un flusso o di una struttura, specialmente nel campo medico: "The separation from each other of normally continuous parts of the body by external or internal causes". Si citano come esempi il mancato passaggio del sangue o di un altro fluido vitale per un’interruzione od occlusione dei vasi, la sconnessione tra ossa e/o cartilagini, e simili. Viene registrato anche un uso figurato o derivato, soprattutto in testi appartenenti a un registro elevato.
Cercando solution of continuity sull’Encyclopaedia Britannica (1997, CD edition) il risultato è zero occorrenze! E facendo una ricerca su Internet si ottengono parecchie centinaia di pagine che appaiono equamente divise tra riferimenti a testi e glossari medici e… traduzioni dall’italiano. Se ne ricava che l’espressione italiana è piuttosto frequente nel linguaggio formale – o meglio, nell’uso di chi non sa essere semplice e quindi non scrive ininterrottamente o continuativamente – ma è rara e tecnica in inglese, e sarebbe quindi inappropriata in molti testi nei quali in italiano si parla di soluzione di continuità.
L’indagine può continuare su altre forme dello stesso lemma. Ecco la concordanza di solutions su un corpus che comprende sia quello generico che quello specialistico.
1 |
there are the accumulating studies and solutions proposed by many concerned and |
2 |
ther in a united search for appropriate solutions? Those who care for the futur |
3 |
y removed. They are soluble in aqueous solutions and make up about 20 to 30% of |
4 |
erile micro-pipettes containing aqueous solutions of IAA, kinetin or both thes |
5 |
membranes and are insoluble in aqueous solutions when freed of lipids. Protein |
6 |
eneral. There could be pressure on both solutions, or the solution outside the o |
7 |
e of the membrane. In either case, both solutions will have a water potential of |
8 |
ncontaminated drinking water. Chlorine solutions make very effective laboratory |
9 |
er concentration) to more concentrated solutions (lower water concentration). T |
10 |
s are placed in test tubes that contain solutions of equivalent concentrations b |
11 |
are discussing. Test tubes that contain solutions of graded concentrations are c |
12 |
plasts, and then using strong detergent solutions to remove the membranes and ot |
13 |
increase in volume in relatively dilute solutions and a decrease in volume in re |
14 |
chloride ionizes 100 percent in dilute solutions, but the value of i is not qui |
15 |
uch as the plasma membrane from dilute solutions (higher water concentration) t |
16 |
such as glucose and mannitol in dilute solutions, i is 1.0, but in other cases |
17 |
used to remove vegetative cells from solutions ranging in volume from 1 ml t |
18 |
reezing points holds even for non ideal solutions such as plant saps, so the osm |
19 |
at best only an approximation for ideal solutions. The van't Hoff equation is |
20 |
of exclusively RNA or DNA. However, in solutions containing certain concentrati |
21 |
nd more water is lost from the cells in solutions of increasingly negative osmot |
22 |
to reduce the microbial population in solutions of heat-sensitive material, an |
23 |
d happen if mature cells were placed in solutions of different osmotic potential |
24 |
students on module 304LAI. The initial solutions to such issues were: * incl |
25 |
can be troublesome. There are two main solutions: one is the replacement with o |
26 |
smotic potentials. (Sucrose or mannitol solutions may be used, but substances su |
27 |
yms like EOF for End Of File, and mixed solutions like CLS for CLear Screen. To |
28 |
a close approximation for dilute molal solutions: psis1 V1 = psis2 V2, |
29 |
uestion is placed in each of a series o solutions of varying but known concentra |
30 |
curately determining freezing points of solutions. A time-temperature curve is d |
31 |
Stems are placed in a graded series of solutions as in the method just discusse |
32 |
ased understanding of the properties of solutions became apparent that other, si |
33 |
r answers. Here again a wide variety of solutions can be found. Some FAQs are we |
34 |
present: First, two or more volumes of solutions or pure water are isolated fro |
35 |
by implication, on other properties of solutions related to water potential. Th |
36 |
of the osmotic potential. Properties of solutions that are functions of the mole |
37 |
roper mild detergents and certain other solutions, four major complexes of prote |
38 |
owed to equilibrate with the vapor over solutions of known concentration, rather |
39 |
te and/or other deviations from perfect solutions R = the gas constant (0.008 |
40 |
ighlighting the dangers of and possible solutions to what has become one of the |
41 |
, it calls for reasonable and practical solutions, not a cumbersome and unworkab |
42 |
pecially proteins, and the protoplasmic solutions in which they are suspended. T |
43 |
their examination, not only did I reach solutions of questions I had formerly d |
44 |
s; 1. the availability of satisfactory solutions in the TL; 1. the potential r |
45 |
, antibiotics, and other heat-sensitive solutions. The use of membrane filter |
46 |
equals that of the tissue. When several solutions with different concentrations |
47 |
y. Consider some examples of simple solutions. For a 1.0 molal glucose solut |
48 |
mchair theorist and give out simplistic solutions to life's everyday struggles i |
49 |
, such as self-inoculation and spraying solutions from the needle, also are co |
50 |
t is essential to be able to sterilize solutions and solid objects. Endospores |
51 |
sometimes it can be used to sterilize solutions. Rather than directly destroyi |
52 |
f supplied in water or dilute sucrose solutions, IAA led to an increase in the |
53 |
ed. When supplied in 10% or 20% sucrose solutions, IAA treatment effected a re |
54 |
These: [Figure 3] The suggested solutions are practically innumerable; t |
55 |
the problems must be identified so that solutions to accommodate those pecularit |
56 |
ith the solutions themselves. Thus, the solutions are not contaminated with solu |
57 |
own concentration, rather than with the solutions themselves. Thus, the solution |
58 |
esh effort must now be made to find the solutions to the agonizing problems of t |
59 |
psi = 0 in all parts of the system; two solutions in equilibrium with each other |
60 |
system is arbitrarily calibrated using solutions of known concentrations. Typic |
61 |
rough. A layer of air between two water solutions provides a barrier that comple |
62 |
lant Physiology ONE Cells: Water, Solutions, and Surfaces 1 Plant Phy |
Appare evidente la molto maggiore frequenza del termine scientifico rispetto alla parola comune. Anche in molti altri casi si nota come vi siano differenze di uso, significato, co-occorrenze e costrutti tra il maschile e il femminile e/o tra il singolare e il plurale. I dizionari e i glossari del futuro avranno voci separate per le diverse forme: ragazzo co-occorre con di bottega ma non con alla pari e l’inverso vale per ragazza. Dire che ragazza è il femminile di ragazzo non è solo una prospettiva maschilista ma è anche un’informazione incompleta.
Una volta realizzata una concordanza, vi sono varie operazioni rese possibili dai programmi più evoluti. Una di queste consente di individuare tutte le sequenze di tre parole che ricorrono almeno tre volte nel testo o nel corpus esaminato. Ecco che cosa si può ottenere da una concordanza di solution:
N |
cluster |
Freq. |
1 |
the solution of |
20 |
2 |
of the solution |
14 |
3 |
potential of the |
8 |
4 |
solution of the |
8 |
5 |
water potential of |
8 |
6 |
at atmospheric pressure |
7 |
7 |
in the solution |
6 |
8 |
solution at atmospheric |
6 |
9 |
solution to the |
6 |
10 |
potential of a |
5 |
11 |
solution at #°c |
5 |
12 |
the osmotic potential |
5 |
13 |
the solution in |
5 |
14 |
the water potential |
5 |
15 |
with the solution |
5 |
16 |
a solution of |
4 |
17 |
a solution to |
4 |
18 |
and the solution |
4 |
19 |
into the solution |
4 |
20 |
of a solution |
4 |
21 |
of the mystery |
4 |
22 |
on the other |
4 |
23 |
osmotic potential of |
4 |
24 |
solution of his |
4 |
25 |
solution of this |
4 |
N |
cluster |
Freq. |
26 |
that of the |
4 |
27 |
the correct solution |
4 |
28 |
the other side |
4 |
29 |
as the solution |
3 |
30 |
equilibrium with the |
3 |
31 |
for the solution |
3 |
32 |
glucose solution at |
3 |
33 |
in aqueous solution |
3 |
34 |
in solutions of |
3 |
35 |
more concentrated solution |
3 |
36 |
of some questions |
3 |
37 |
properties of solutions |
3 |
38 |
solution in the |
3 |
39 |
solution in which |
3 |
40 |
solution is to |
3 |
41 |
solution of it |
3 |
42 |
solution of my |
3 |
43 |
the only solution |
3 |
44 |
the solution is |
3 |
45 |
the solution to |
3 |
46 |
the solution was |
3 |
47 |
the test solution |
3 |
48 |
to find the |
3 |
49 |
to the solution |
3 |
50 |
with a solution |
3 |
Alcuni esiti sono banali e scontati: the e of sono in assoluto tra le parole più frequenti in inglese e quindi l’alta frequenza di the solution of e of the solution è un dato privo di interesse. Più utile è il repertorio delle altre preposizioni usate: in the solution, for the solution, to the solution, with a solution; the solution to, solution in which. Chi compilasse un glossario individuerebbe potential come altro vocabolo di cui esplorare gli usi, mediante ulteriori concordanze – e scoprirebbe che come nei casi qui raccolti (water potential, osmotic potential) nel corpus di biologia è usato molto più spesso come nome che come aggettivo. E probabilmente inserirebbe solution at atmospheric pressure come espressione utile, da registrare a sé come tale.
Estendendo l’indagine alla forma plurale, si scopre che normalmente si parla di correct solution e ideal solution al singolare – fino a giungere a the only solution. Il plurale si trova usato per le non ideal solutions. Ciò significa che non siamo abituati a pensare a soluzioni plurime, alternative ma altrettanto valide, ma ad un’unica soluzione per ciascun problema – sperando che ne esista almeno una. Un esito diverso si avrebbe, probabilmente, esaminando testi di argomento economico o socio-politico, cioè riferiti ad ambiti in cui la ricerca e comparazione di soluzioni alternative è la norma.
Spunti per una didattica efficiente
La domanda legittima e doverosa per chi si prepara a operare come mediatore linguistico (e quindi per i loro docenti) è che cosa si guadagni davvero dalla familiarità con i concordancer, dato che esistono già glossari, repertori e dizionari di ogni tipo. Alcune risposte dovrebbero essere emerse da quanto già detto e qui aggiungerò solo alcune brevi considerazioni e qualche esempio.
È vero che per quanto riguarda le co-occorrenze e l’uso delle preposizioni esistono anche, per alcune lingue, i "dizionari combinatori". Sottolineo per alcune lingue perché anche se finora ho dato esempi in inglese (non ritenendomi adeguatamente competente su altre lingue) la didattica della traduzione non si limita certo a quella sola lingua. Ma verificando la voce solution sul BBI (Benson 1986) si trova un unico esempio, saline solution, per il secondo significato del vocabolo: una co-occorrenza che nel corpus che ho esaminato è del tutto assente. Questo significa che i repertori già pronti non sempre sono adeguati e mirati, ed è opportuno sapere come produrre i propri con le tecniche più aggiornate.
Nulla sostituisce adeguatamente l’occhio esperto, capace di eliminare ciò che il computer trova e include per errore o, viceversa, di includere ciò che il concordancer tralascia per qualche motivo – il più banale è costituito dalle disortografie. Ma come affermava Sinclair già nel 1991: "The ability to examine large text corpora in a systematic manner allows access to a quality of evidence that has not been available before" (in Tognini-Bonelli 2001:50) ed è proprio per una ricerca di qualità che una strumentazione adeguata serve a integrare le proprie conoscenze.
Anche con piccoli corpora (accennavano prima a cataloghi, dossier tecnici, manuali e simili) si possono fare importanti verifiche e piccole scoperte. Il paradigma che viene proposto anche per la didassi della traduzione è quello del data-driven learning (Johns 1991), un’incessante scoperta della lingua straniera e specialmente del suo lessico: un’esplorazione che tuttavia non può essere lasciata al caso ma dev’essere guidata da una raccolta intelligente dei dati e da un’analisi attenta dei risultati. Se la formazione iniziale del mediatore linguistico lo abitua a fare uso di questi strumenti, poiché il tradurre comporta la continua apertura a nuovi testi e nuovi contenuti, la pratica stesa della mediazione linguistica può tradursi in un lifelong data-driven learning, un arricchimento continuo delle competenze guidato dai dati linguistici a cui si è esposti e sorretto da un uso abituale e competente delle tecnologie appropriate.
Questo è quanto già avviene in una ragguardevole percentuale di casi e le "buone pratiche" nell’uso del computer sono destinate comunque a diffondersi. Per questo le scuole per mediatori linguistici oggi non possono esimersi dal guidare gli studenti all’uso degli strumenti informatici esistenti. E poiché un istituto universitario che si rispetti è anche un laboratorio di ricerca, esso sarà il luogo privilegiato in cui si sperimentano i programmi informatici e le risorse sul Web che man mano si renderanno disponibili.
Riferimenti bibliografici
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